“Il Giovane Corsaro – Pasolini da Bologna” racconta, per la prima volta in forma di documentario, la gioventù di Pier Paolo Pasolini nella città dove nacque il 5 marzo del 1922 e dove, soprattutto, si formò dal 1937 al 1943. Quel che, noto a tutti, diventerà, Pasolini lo era già a Bologna. Eppure ancora oggi tanti ignorano questo aspetto fondamentale della vita di PPP.
Le amicizie, i maestri, gli studi, le passioni, la famiglia, i conflitti, i tormenti, la guerra, i luoghi, le prime esperienze in tutte le direzioni del sapere e del vivere:
cinema, poesia, letteratura, teatro, pittura, giornalismo, politica, impegno civile, sport, sesso. Quello di PPP con la città dei portici fu un legame viscerale che proseguì fino agli ultimi suoi giorni, senza risparmiare severe critiche alla Bologna “consumista e comunista” degli anni ‘70.
Il protagonista del docufilm - girato dal Premio David di Donatello per la fotografia, il bolognese Gian Filippo Corticelli - è uno studente impegnato in una tesi di laurea sul rapporto tra Bologna e PPP ed è interpretato da un emergente attore bolognese, Nico Guerzoni, autentica rivelazione.
Neri Marcorè dà voce alle parole di Pasolini, selezionate da articoli, lettere e interviste.
Le musiche della colonna sonora sono state composte da Roberto Roda (suo il brano principale “PPPunk”) e Marco Prati per la parte rock mentre il maestro Valentino Corvino ha eseguito il tema classico principale “Nico e Maria”. In collaborazione con la Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna, l’allieva Samantha Faina – che recita anche nel film – ha interpretato due arie di Bellini e Frontini.
L’obiettivo de “Il Giovane Corsaro” è anche quello di far scoprire ai più giovani – come accade al protagonista nel film - la potenza e l’attualità stupefacente delle idee di Pasolini. Grazie alla collaborazione – tra gli altri – del Centro Studi Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna, del Centro Studi Pasolini di Casarsa, dell’Archiginnasio di Bologna, dell’Università di Bologna e di Cinemazero di Pordenone, il film si avvale di una vasta documentazione e una ricca iconografia.
Il dinamismo dello stile e della struttura narrativa, non convenzionali per un documentario, ambiscono a raccontare Pasolini a chi non lo conosce con un linguaggio contemporaneo che mira ad arrivare dritto al cuore dello spettatore. Chi invece pensa di conoscerlo bene, potrà scoprire comunque un Pasolini ancora inedito.