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FORUM EVENTI LIVE STREAMING EDMONDO BERSELLI

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19/04/2020

Se descrivere cosa sia il giornalismo è difficile, riuscire a farlo come Edmondo Berselli è impossibile. A dieci anni dalla sua scomparsa, il meglio della produzione di uno tra i più eclettici e vivaci intellettuali degli ultimi quarant'anni, rivive nel volume “Cabaret Italia. Italiani e post-italiani: il meglio del giornalismo di Edmondo Berselli”, tra articoli per giornali e riviste e alcuni inediti; il libro è stato da poco pubblicato da Mondadori, Repubblica e L'Espresso: ora è venduto in edicola e a partire dal 12 maggio sarà disponibile in libreria, negli store digitali e in ebook. Su queste pagine, che con estrema lucidità e ironia, ci mostrano quello che siamo, senza sconti, si confrontano un venerato maestro del giornalismo italiano come Corrado Augias e Andrea Scanzi che proprio Berselli individuò come brillante promessa; tra loro Beppe Cottafavi, editor di molti libri di Berselli.

Edmondo Berselli è stato una figura molto originale del panorama culturale italiano, un intellettuale capace di seguire i nodi della sua sterminata curiosità, legando il rigoroso e il divertente, negli articoli e nei libri. Con uno stile allegro, ironico e lucidissimo, inconfondibile e inimitabile, sempre diretto e mai imparziale, ma privo di moralismi, quello che Berselli ci lascia in eredità è uno straordinario ritratto degli italiani, in bilico tra una psicologia arcaica e comportamenti post-moderni. Berselli descrive un'Italia deideologizzata, demoralizzata, un Paese da talk show confusionario, in cui sentimentalismo e ferocia, le caratteristiche di sempre, vengono proiettate in una dimensione che non è vera né falsa, è iper-reale. Dentro a “Cabaret Italia” c'è tutto il suo giornalismo e la sua visione del mondo: la politica, lo sport, il costume. Passando, senza ombra di snobismo, dalla cultura «alta» a quella «popolare», dai temi «spinosi» di tasse, tartassati ed evasori, da Prodi, Berlusconi e Grillo, dalla Fallaci e Pasolini, da Moggi e Calciopoli, giù giù fino al Festival di Sanremo e al «Grande Fratello». E sempre senza sconti per nessuno. Severo con gli altri, come sapeva essere con se stesso. Uno scrittore in grado di mettere nero su bianco le abitudini, le manie, gli errori, ma anche i sogni degli italiani, di una società in continuo mutamento, che non gioca più la schedina e che fa troppe poche vacanze. Un'Italia da ridere su una cultura da piangere. La nostra.