ore 17.30
"Ciao" - Rizzoli
«Mio padre è morto ragazzo. Aveva trentotto anni. Io non l’ho mai conosciuto, non ho neanche una foto con lui. Avevo un anno. Lui era famoso, ma mi era sconosciuto. Non ho mai sentito dal vivo la sua voce, mai avuto un suo abbraccio. Era stato un grande radiocronista, scriveva film con Zavattini e riviste per Rascel. Lavorò con Sordi e scoprì Mike Bongiorno. In tutti questi anni ho cercato di ricostruire il mosaico della sua vita, di capire come attraversò l’inferno italiano, di farmi spiegare com’era di carattere e sul lavoro. Se gli assomiglio in qualcosa. Se lui è in me, non avendo potuto essere con me. Sono stato orfano, parola grigia come un collegio. Ma, grazie a mia madre e alla sua sapienza femminile, quel vuoto da bambino sembrava pieno. Quando sono diventato padre lui mi è mancato terribilmente. E l’ho cercato, lo cerco, lo cercherò. Fino a trovarlo e dirgli “Ciao”».
Foto di Miriam Bergonzini